Vai al contenuto

Chi è Eva Kant

10 luglio 2009

Chi è Eva Kant (1)

La serialità, anche qChi è Eva Kant (9)uella d’autore, ha le sue regole. Quelle più elementari un lettore appena attento ed esperto le conosce bene. Anche solo intuitivamente. Sa per esempio che un protagonista solitario, che nasce per esser tale e per continuare a esserlo, non potrà mai trovare una compagna. Sa che una donna incontrata da Corto Maltese è condannata a partire, che un compagno di viaggio di Ken Parker in qualche modo scomparirà dalla sua vita (morendo, forse), che Max Fridman, Dylan Dog, Julia, dovranno forzatamente rinunciare al fidanzamento. Tanto che spesso la malinconia dell’abbandono è presente al momento dell’incontro. Qualcosa nell’aria già parla dei futuro.Chi è Eva Kant (2)

Altra regola fondamentale: il protagonista di un fumetto seriale non può morire. Se non altro perché alla fine di ogni avventura già si preannuncia la successiva: come dire, c’è la prova. il lettore lo sa. Ma anche lo sceneggiatore sa: che il protagonista non può morire e che il lettore lo sa. Questo è il gioco, intrigante e stimolante, che si crea tra pubblico e autori, mediato dai protagonisti. Chi scrive una storia di un personaggio eterno, sa di doverlo mettere sempre più in dChi è Eva Kant (8)ifficoltà, di dover andare ogni volta oltre il limite dei pericolo per emozionare chi legge, per tenerlo comunque sulle spine, per sorprenderlo sulle modalità dei salvataggio finale. Nei volume dedicato a Diabolik abbiamo visto il Re dei Terrore sul punto di essere ghigliottinato; in questo lo vediamo addirittura giustiziato. Forse, almeno.

Anche i titoli delle avventure di Diabolik puntano alla sorpresa, al dubbio che una regola sacra della serialità venga distrutta: La vittoria di Ginko, Il suicidio di Evo, La cattura di Diabolik, Colpo fallito, Eva libera Ginko, sono pulci nell’orecchio dei lettori: dubbi atroci, notizie che richiedono verifica immediata.Chi è Eva Kant (3)

Già, perché una legge della serialità, giusto la prima che abbiamo descritto, fu violata proprio da Diabolik. Nel numero 3 infatti, uscito nel marzo dei 1963, un eroe che sembrava destinato a rimanere solo si innamora di una donna e stringe da allora con lei un patto di assoluta complicità (che diventerà poi una delle regole di questo fumetto). il titolo dell’episodio era, guarChi è Eva Kant (7)da caso, L’arresto di Diabolík.

E il caso di chiarire: la regola venne infranta da Diabolik perché ancora non era stata decisa, scritta, fissata. Gli eroi moderni dei fumetti esigono una precisa pianificazione dei loro percorso, su quella che in gergo viene chiamata ,bibbia” e che, appunto, fissa tutte le regole narrative dei gioco seriale. Gran parte dei personaggi di quarant’anni fa e oltre, invece, potevano nascere in vita di coppia in attesa di creare – almeno in parte – il proprio destino. maniera perfetta. Così è stato per Tex: all’inizio fuorilegge e poi ranger del Texas insieme ai suoi tre pards. Così è stato per Diabolik: all’inizio un vero criminale, solitario e senza pietà. Poi, un uomo che segue il suo destino: compie le rapine e ama la sua compagna. Eva si è rivelata, fin dalla sua prima apparizione, quello che gli mancava, il suo specchio, il suo angelo, l’essere attraverso il quale trae la conferma della propria esistenza. E le stesse parole potrebbero essere scritte per Eva, perché tra i due non c’è rapporto di Chi è Eva Kant (4)potere.

Ed è questo che rende il mondo di Diabolik così affascinante: forse sono Diabolik ed Eva i buoni, anche se sono i cattivi. Sono loro che sanno come far funzionare una vita di coppia in maniera perfetta (altro che le eterne fidanzate di certi fumetti!), sono loro a mettere in pratica la perfetta uguaglianza tra uomo e donna, sono loro a non lasciarsi e a rispettare un – peraltro non esplicito – patto d’amore eterno. Che poi le rapine siano la metafora della loro troppo fantasiosa (e dunque illecita) sessualità, è ipotesi che possiamo solo suggerire.

Di certo, Diabolik ed Eva sono figli dello stesso destino: cresciuti entrambi in un mondo senza amore, decidono di combatterlo intensamente creando così l’unica vera, sincera, calda, situazione affettiva di Clerville e dintorni. Sarebbe proprio da criminali non stare dalla loro parte.

No comments yet

Lascia un commento