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Chi è Julia

11 agosto 2009

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È stato fatto un appunto a Batman, in queste pagine. Quello di essersi impegnato solo a punire e a vendicarsi. Di non avere mai pensato che potrebbe essere importante prevenire le emergenze sociali che causano crimini e follie, quelle stesse follie che avevano provocato l’uccisione dei suoi genitori. Potrà essere sembrato un’assurdità, quell’appunto. Perché è più facile immaginare che i personaggi dei fumetti debbano agire, più che pensare, e che d3i conseguenza l’azione si adatti al giustiziere e non al politico, al sociologo, allo psicologo. Non è così, e Julia è forse la risposta più eclatante a questa possibile obiezione. La più eclatante, ma certo non l’unica.
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La storia dei fumetto, soprattutto quella più recente, è affollata di protagonisti che pensano a lungo prima di agire, che mettono costantemente in discussione se stessi e il loro stile di vita, i loro comportamenti, le loro reazioni. Non è solo un problema di equilibrio personale, non si tratta solo di giustificare le proprie azioni nel presente (come fanno spesso con le didascalie in prima persona i supereroi americani) o a posteriori, come accade di frequente ai classici personaggi dell’avventura (che solamente alla fine spiegano come hanno trovato la soluzione del problema). Piuttosto, di far partire le proprie azioni dal pensiero, di dare loro un senso attraverso la razionalità, e di fidarsi soltanto fino a u certo punto di quello che di solito è il pezzo forte di un eroe: l’immediatezza, la prontezza di spirito, la capacità di reazione.

Ci sono personaggi che, come Max Fridman, ma anche Alack Sinner, Nathan Never, Dylan Dog, cercano se stessi e contemporaneamente vivono delle vicende legate ai proprio stato d’animo, vicende che sono la rappresentazione del loro stato d’animo. Con Julia si potrebbe dire che è lo stesso. Con qualcosa di più: non solo perché lei è una studiosa, una criminologa, e qui5ndi esamina ciò che le accade intorno, cercando di scoprire, comprendere, interpretare. Ma anche perché lo fa volendo capire e analizzare se stessa. Attraverso un dialogo interiore, quello che lei costruisce pazientemente, in ogni storia, registrando sul suo diario fatti ed emozioni. Lasciandosi andare a qualche divagazione poetica, ma con uno scopo anche scientifico, interpretativo. Come se la vita fosse un enorme laboratorio in cui si tiene sempre tutto sotto esame, e in cui si annotano momento dopo momento le trasformazioni per scoprire le cause e prevedere gli effetti, pur sapendo che le variabili sono infinite e che la realtà è come una farfalla impazzita della quale è impossibile prevedere il volo. L’ idea del diario non è poi così rara nei mondo dei fumetto. Uno dei primi 5amonelli dei Novecento, quel Buster Brown che nel Corriere dei Piccoli veniva presentato sotto la sigla di Mimmo Mammola e Medoro (e che era realizzato da Richard Felton Outcault, già autore di Yellow Kid), concludeva le sue marachelle con una sorta di morale dei tutto surreale, che aveva il compito di chiudere un capitolo, cioè un giorno, per cominciarne un altro privo di sensi di colpa.
Altro esempio molto tempo dopo: Valentina Melaverde, di Grazia    Nidasio, anche lei sul Corriere dei Piccoli, ma degli anni Sessanta. Valentina attraverso il diario apriva un filo diretto con i suoi giovani lettori, mettendo per iscritto quelle emozioni che altrimenti non avrebbe potuto comunicare.

Julia invece scrive il suo diario per approfondire il senso delle sue emozioni. La protagonista di Giancarlo Berardi parla apertamente di sé, esprime coraggiosamente i propri pensieri (lo sa ben4ae il tenente Alan Webb, con cui julia discute spesso e volentieri), ma è consapevole che i pensieri cambiano come cambiano le persone, gli stati d’animo, il rapporto con la vita. Nella seconda avventura raccolta in questo volume, Se le montagne muoiono, a p. 253, i due personaggi parlano proprio di questo, delle trasformazioni originate dalla loro storia d’amore. “Tutto è cambiato… io sono cambiato”, dice lui. “Me l’hai insegnato tu. Il segreto è vivere minuto per minuto!  Gli risponde julia.

E ancora lui: “Ho le idee confuse, julia… Non so più qual è il bene e qual è il male …”.
Fondamentale la risposta di lei: “E chi può saperlo? Andiamo tutti a tentoni …”.
Va a tentoni, Julia, cercando una strada per risolvere gli enigmi che ogni storia le propone e nello stesso tempo per inserire il suo eventuale successo all’interno di un quadro più vasto, quello della sua vita, e poi in uno ancora più grande, quello della vita del mondo. Va a tentoni, julia, anche nel privato. In punta di piedi, con la paura di lasciarsi andare troppo alle emozioni, cercando di tenerle a bada, perché tanto arrivano comunque, e forti, vista la particolare professione che si è scelta. E forse il segreto di questo personaggio sta proprio nel contrasto fra la delicatezza, la fragilità che esprime nella sua sfera più intima e invece la forza, la determinazione, la freddezza che sa sfoderare nel corso delle vicende pubbliche.
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Fa parte della sua fragilità una certa ritrosia a trovare anima gemella, o anche l’amore passeggero. Ma qualcosa cambia proprio nella storia di cui abbiamo già detto e nella quale troviamo George, un uomo vittima di una grande tragedia, un uomo che ha ricostruito la sua vita attraverso un solitario ritiro spirituale. Se il destino di un personaggio non può che derivare dai pensieri e dai sentimenti dei suo autore, possiamo immaginare, o forse capire, che questa storia d’amore julia la vive con una reincarnazione di Ken Parker. Anche il personaggio che Berardi aveva fatto vivere insieme a Ivo Milazzo è stato vittima di una grande tragedia prima di ricreare se stesso tra le montagne, il vento, gli animali, la neve, il silenzio. E, guarda caso, Ken aveva poi imparato a scrivere, e grazie alla scrittura aveva ricominciato a capire se stesso. Sembra quasi che Giancarlo Berardi abbia permesso alla sensibile julia di trovare (o ritrovare) l’amore, sia pure per poche pagine, attraverso un personaggio che conosce, di cui si fida ciecamente. Un personaggio che da parte sua ha cercato di migliorare il mondo, affinandosi e tentando di limitare sempre le proprie certezze. Insomma, un incontro d’amore che sembra un passaggio di testimone: da un uomo a una donna, da un istintivo illetterato a un’insegnante universitaria, da un cacciatore con le trappole a una criminologa che spesso riesce a intrappolare i colpevoli, da Ken Parker a Julia.
Entrambi, figli del dubbio e della voglia di crescere.

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  1. Julia e la Musica

  2. Giancarlo Berardi

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